“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità. È Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate. È Lui la bellezza che tanto vi attrae, è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso, è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita, è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare”. Don Luca Violoni, noto predicatore della Diocesi di Milano, sceglie le parole della Veglia di preghiera del 19 agosto 2000 a Tor Vergata, per iniziare l’incontro dedicato al rapporto tra Giovanni Paolo II e i giovani, che si è tenuto venerdì 7 marzo 2014 presso la Parrocchia Santa Maria Goretti di via Melchiorre Gioia, a Milano.
Parole che invitano i giovani a trovare la felicità avvicinandosi al volto di Chi li aspetta, di “Gesù che suscita il desiderio di fare della vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarsi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarsi con umiltà e perseveranza per migliorare se stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
Parole che non possono essere comprese senza analizzare le Encicliche che il Pontefice dedicò ai temi del sociale sin dal 1981. Richiamando i giovani a essere “sentinelle del mattino”, persone credenti e non, attente a osservare la vita quotidiana secondo una scala alta di valori, senza accontentarsi di compromessi. Nei giovani Giovanni Paolo II riponeva un’immensa fiducia, affidando loro il compito di discernere, accogliere e trasmettere la speranza per entrare nel terzo millennio, per essere promotori di una “nuova civiltà”.
Un compito di straordinaria attualità che porta a riflettere sulla scarsa fiducia che oggi viene riposta nei ragazzi, ai quali vengono affidati compiti residuali e di scarsa responsabilità. Giovanni Paolo II affidava ai giovani la responsabilità di operare scelte di vita concrete, sotto la guida di adulti capaci di indirizzarli e di aiutarli a capire. “Oggi gli adulti vogliono tornare giovani. Perché i giovani dovrebbero aver voglia di essere adulti allora?”, sottolinea Don Luca. Nell’invitare alla riflessione, spiega come sia necessario ad esempio nel mondo del lavoro chiedere ai giovani “cose grandi, non progetti a termine di scarsa importanza”.
Certo, alle “sentinelle del nuovo millennio” era richiesta una scelta a caro prezzo, che trova una spiegazione nell’Omelia di chiusura della XV Giornata Mondiale della Gioventù di Tor Vergata, durante la quale Karol Wojtyła stupì i presenti affiancando al testo del Vangelo previsto (Gv.1), il brano di Giovanni tratto dal capitolo 6: “Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?»”. Un passo che segnerà il legame del Pontefice con i giovani in più occasioni. Giovanni Paolo II non hai voluto essere “l’uomo delle folle a buon mercato”, ma l’uomo che metteva i suoi interlocutori alle strette, chiamandoli a essere discepoli e non persone al traino.
“Una grande chiarezza nella grande fiducia. Per il Papa la giovinezza era un talento in sé e i giovani dovevano essere in grado di vivere le proprie idee forti non nascondendo la propria affettività, ma ritagliandosi anche dei momenti di silenzio. Come Gesù che di notte andava a pregare”, spiega Don Luca, sottolineando come lo spirito del Cristo viva nella coscienza di ognuno di noi e come sia necessario conoscersi in prima persona per poter essere in sintonia con Lui.
Oggi che i giovani sono considerati dei bambini incapaci di assumersi responsabilità, in un momento in cui il contesto sociale non favorevole al futuro occupazionale ha prodotto scetticismo e sconforto, è necessario ripartire dal messaggio di Giovanni Paolo II e dalla fedeltà alle proprie scelte, diventando anche segni di contraddizione nella società per seguire la propria vocazione e “fare della propria vita un capolavoro”.
“Vivete nella Fede, trasmettetela ai figli, testimoniatela nella vita, amate la Chiesa, vivete in essa e per essa, fate spazio nel cuore a tutti gli uomini, perdonatevi a vicenda, costruite ambienti di pace ovunque siete…. Ai giovani: spendete bene la vita, è un tesoro unico”.
S.M.