In gita con Delpini a S. Pietro al Monte! Foto e riflessioni

Sabato 30 giugno 2018 è stata una giornata speciale per noi. Cielo senza una nuvola, sole forte e caldo, ci siamo ritrovati alle 8.30 del mattino per la nostra gita/pellegrinaggio al Monastero di S. Pietro al Monte (Civate)… accompagnati dall’Arcivescovo di Milano! Don Mario Delpini è stato in mezzo a noi in amicizia e con grande semplicità, ma come sempre anche invitandoci alla riflessione e alla profondità.

In particolare l’Arcivescovo ha consegnato a ciascuno dei 40 partecipanti un foglio contenente alcuni salmi, brevemente introdotti e commentati, sul tema del pellegrinaggio, che abbiamo pregato insieme (alla partenza, e all’arrivo).

Qui sotto riportiamo il testo ricevuto dall’Arcivescovo, da riprendere nella preghiera e nella riflessione personale.

Qui invece trovate qualche fotografia della giornata.

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Il popolo di Dio cammina e prega

Breve guida alla riflessione e alla preghiera di S.Ecc. mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano – Pellegrinaggio a S. Pietro al Monte – 30.06.2018

Andremo alla casa del Signore – Salmo 122 (121)

Chi sa dove vendono la gioia? Uomini e donne del tempo dei mercanti cercano la gioia dappertutto e non si risparmiano fatiche e spese pur di procurarsi un po’ di gioia. La risposta del salmista è che si può sperare nella gioia solo se si va pellegrini là fin dove abita il Signore.
La gioia di Dio irrompe come un dono, come uno stupore al compimento del pellegrinaggio. La gioia infatti è il segreto di Dio. Forse presso i mercanti troverai palliativi e analgesici per dimenticare il soffrire. Ma la gioia è il segreto di Dio.
Signore, arrivo alla tua presenza come un vuoto da riempire, come un mendicante: che la tua gioia, la tua pace riempia la mia vita e tutta la città, la città della pace.

Quale gioia, quando mi dissero:
“Andremo alla casa del Signore”.

[2] E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!

[3] Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.

[4] Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.

[5] Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.

[6] Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,

[7] sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.

[8] Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: “Su di te sia pace!”.

[9] Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

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Per me, Signore, tu sei diventato un rifugio! – Salmo 61 (60)

Come attraversiamo i nostri deserti? Quale grido sale dalle nostre angosce? Nei momenti aspri e desolati, deprimenti e smarriti come possiamo pregare?
L’esperienza della preghiera fiduciosa, del sospiro che conta di essere raccolto dal Dio misericordioso è l’invito che il salmista rivolge ai credenti di tutti i tempi. La comunità che raccoglie l’invito, conferma coralmente la persuasione che la tenda del Signora è ancora là, nei nostri deserti, per darci l’ospitalità desiderata e il conforto necessario.

[2] Ascolta, o Dio, il mio grido,
sii attento alla mia preghiera.

[3] Sull’orlo dell’abisso io t’invoco,
mentre sento che il cuore mi manca:
guidami tu sulla rupe per me troppo alta.

[4] Per me sei diventato un rifugio,
una torre fortificata davanti al nemico.

[5] Vorrei abitare nella tua tenda per sempre,
vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali.

[6] Tu, o Dio, hai accolto i miei voti,
mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome.

[7] Ai giorni del re aggiungi altri giorni,
per molte generazioni siano i suoi anni!

[8] Regni per sempre sotto gli occhi di Dio;
comanda che amore e fedeltà lo custodiscano.

[9] Così canterò inni al tuo nome per sempre,
adempiendo i miei voti giorno per giorno.

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Questo è Dio, il nostro Dio, in eterno e per sempre – Salmo 48 (47)

Solo l’uomo superbo pensa di essere principio e compimento di se stesso, mentre l’uomo credente è consapevole che la propria storia è segnata da una grazia sovrabbondante, che ha avuto modo di manifestarsi in una pluralità di circostanze. Senza memoria – e memoria grata, memoria “eucaristica” – non può esserci futuro.
La memoria grata è l’esercizio spirituale che tiene unita la comunità nel suo affidarsi al Signore. Siamo chiamati a pregare insieme, a rileggere insieme la nostra storia, a rivolgere insieme lo sguardo all’opea di Dio che ha edificato la Chiesa per consolidare la coscienza profonda e matura di essere popolo santo di Dio in cammino nella storia verso la città santa. Con questa fede condivisa la comunità può guardare così al futuro con fiducia, rendendo testimonianza a Dio e alla sua vera grandezza: quella dell’amore.
Signore, donaci il tuo Spirito, per essere un cuore solo e un’anima sola, per cantare insieme le lodi per le tue opere meravigliose, per sospirare insieme la dimora della pace.

[2] Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna,

[3] altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.

[4] Dio nei suoi palazzi
un baluardo si è dimostrato.

[5] Ecco, i re si erano alleati,
avanzavano insieme.

[6] Essi hanno visto:
atterriti, presi dal panico, sono fuggiti.

[7] Là uno sgomento li ha colti,
doglie come di partoriente,

[8] simile al vento orientale,
che squarcia le navi di Tarsis.

[9] Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l’ha fondata per sempre.

[10] O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.

[11] Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra.

[12] Gioisca il monte Sion,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi.

[13] Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri,

[14] osservate le sue mura,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura:

[15] questo è Dio,
il nostro Dio in eterno e per sempre;
egli è colui che ci guida in ogni tempo.

***

Quanto sono amabili le tue dimore – Salmo 84 (83)

Mi domando come vivo la mia fede, come prego la mia fede, come illumino la mia vita alla luce della fede. La testimonianza del salmista rivela che la fede è orientamento verso l’incontro con Dio, e il desiderio di tale incontro è ciò che consente alla fede di rimanere viva, al tragitto verso la meta di progredire senza cedimenti. Ecco appunto: che cosa desidero veramente? Quale nome do alle aspettative, ai sogni, alle prospettive che orientano la mia vita e motivano il mio impegno? Oppure sto fermo perché non desidero nulla se non di non essere disturbato?
Da dove viene il mio desiderare? Quale risposta suscita in me la promessa di Dio che è la mia vocazione a trovare la pienezza della gioia nella comunione con lui?

[2] Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!

[3] L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

[4] Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

[5] Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.

[6] Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.

[7] Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia
l’ammanta di benedizioni.

[8] Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.

[9] Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.

[10] Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.

[11] Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.

[12] Perché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina nell’integrità.

[13] Signore degli eserciti,
beato l’uomo che in te confida.